In margine alla presentazione della mozione Vendola a Caserta
“Voglio ritrovare gli uomini e le donne, gli antichi racconti e le nuove narrazioni, il perché di un dolore sociale sempre più diffuso e di una solitudine individuale che condanna all’inerzia tutti e tutte”. (Nichi Vendola)
E’ davvero credibile e fondata l’interpretazione critica che definisce l’intervento di Nichi Vendola al Forum di Caserta sconclusionato? E che la strada del cambiamento, la necessità di reinventare una sinistra di popolo, orienta unicamente verso l’Olanda, se non addirittura verso la Padania, declinando storie e uomini e lotte e appartenenze, nella dimensione salvifica del cosiddetto “partito sociale”? Penso proprio di no!
Dobbiamo chiederci come è cambiato questo Paese, cosa ci chiede. C'è una mutazione antropologica che s’intravede nei comportamenti quotidiani, che indica un buco nero di umanità e di valori. Ci sono devastanti forme di precarietà che stanno destrutturando l’idea stessa del lavoro come diritto e come civiltà. Io non rinuncio a un cammino desiderante la cui unica meta è lo smascheramento di un capitalismo che quanto più ci si presenta come neutrale e naturale tanto più si fa pelle viva delle nostre anime e dei nostri corpi. Un capitalismo che non è solo la forma assunta dai rapporti di produzione ma linguaggio, cultura, senso comune. Un capitalismo che, meglio di noi, legge, interpreta e asseconda la realtà ridisegnandone a suo vantaggio geopolitica e alfabeto e che, a sua volta, la realtà produce.
Se si fanno proprie le analisi di Vendola, ma poi, in contrapposizione, s’intende coniugare la collocazione istituzionale con le soggettività sociali per mezzo di un codice moralistico-calvinista o celtico, si sta giocando una partita (congressuale) che non c'entra niente con la complessità del dolore e della sconfitta che obbliga all’incessante e faticoso “andare” e “tornare” ..
Lo dico con rispetto, perché in qualsiasi forma si affrontano i temi che ci interrogano in profondità, la strada del cambiamento è l’unica percorribile e ciascuno di noi può e deve apportare il proprio contributo. Tuttavia non leggo nelle opinioni espresse contro Vendola, l’idea di Partito, ma quella, tra l’altro molto nobile, di benemerite società di mutuo soccorso.
La funzione preminente dei partiti è la trasmissione e l’organizzazione delle domande politiche, la traduzione delle proteste in proposte. Nichi Vendola nel suo racconto si è soffermato soprattutto sulla funzione pedagogica, la funzione gramsciana.
Non penso che sia assolutamente necessario dare un nome, né tantomeno chiedere le conclusioni, alla narrazione di Nichi. Il soggetto della narrazione è sempre un soggetto collettivo che deve ispirare la definizione delle finalità e delle priorità della politeia (la politica.)
La narrazione è ideologia e qualcosa di più: è il vissuto di emozioni, gioie, sofferenze, realizzazioni. La narrazione comprende necessariamente il passato, il presente, il futuro.
Nichi Vendola ci ha lanciato una sfida sul terreno dell'azione e dell’innovazione; ci ha proposto i principi su cui devono fondarsi il discorso e l'azione di un’alternativa di società, cimentandosi in una narrazione nuova del mondo diverso che vogliamo costruire..
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