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"Non voglio restare impermeabile, voglio imparare, perchè, come diceva Pasolini, la partenza è il dolore del parto, ma anche la gioia della nascita. Siamo tutti chiamati a partire, del resto siamo un partito non un restato"

Nichi Vendola, Venezia 2005

http://www.nichivendola.it/

NASCE IN TERRA DI LAVORO "RIFONDAZIONE PER LA SINISTRA"


Giovedì 31 Luglio ore 11.30
presso la Federazione PRC di Caserta

CONFERENZA STAMPA

interverrà il Compagno Peppe De Cristoforo

lunedì 7 luglio 2008

I neo-iscritti passati al setaccio: gli amici di Ferrero possono votare, gli altri no

la Redazione

La logica tortuosa che imperversa è nota. Allontanare dal partito, quasi sempre con le cattive, i nuovi iscritti, "sospetti" per definizione. Esaltarsi per congressi in cui votano in 15 (quelli sì che sono puri) e storcere il naso, mettendo mano ai cavilli, per quelli in cui votano in centinaia: la partecipazione puzza di losco. Invocare un inesistente stato d'emergenza ("Dobbiamo salvare il partito") per giustificare ogni bassezza.
E' una logica demente, ma anche suicida. Una volta imboccata la china non c'è limite al peggio. Era inevitabile che, dopo la distinzione semirazziale tra vecchi e nuovi iscritti, si arrivasse anche a quella tra nuovi iscritti di serie a, con esame del sangue comunista certificato dai guardiani della purezza, e nuovi iscritti di serie b, che prima se ne vanno e meglio è.
Un esempio, non peregrino né casuale. Al Circolo Trastevere di Roma, sabato scorso, è stato negato il diritto al voto a 35 compagni neoiscritti, debitamente inseriti nelle liste del circolo. Non che fossero personaggi equivoci o di ignota provenienza. C'era un esponente storico del miglior ambientalismo italiano come Bernardo Rossi Doria. Moltissimi venivano dalla mitica sezione romana del "manifesto" di via Pomponazzi. C'era tra gli altri il rappresentante nazionale della Cgil Funzione Pubblica presso il ministero degli Interni. C'era Nanni Riccobono, per due anni capo dell'Ufficio stampa del Prc al Senato, una delle principali collaboratrici di Giovanni Russo Spena. Niente da fare. Voto negato con tanto di preghiera di allontanarsi dalla sala e lasciar lavorare "i compagni".
Qualche neoiscritto, però, i suoi sacrosanti diritti se li è visti riconoscere. Un'amica intima non-candidato Paolo Ferrero, Angela Scarpati, per esempio. Oppure l'ex portavoce del medesimo Ferrero, Guido Caldiron. Loro hanno potuto votare. La compagna Scarpati, anzi, è entrata anche a far parte del collegio di garanzia "in quanto donna". Chi l'ha detto che non ci piacciono i nuovi iscritti?
Gli esclusi ci sono rimasti un po' male. Hanno chiesto il motivo della discriminazione. Ma via, compagni, nessuna discriminazione! E' solo che il direttivo aveva avuto modo di vistare e convalidare solo alcune iscrizioni, incluse le due di cui sopra, e purtroppo non le altre. Solo che gli esclusi si erano iscritti prima dei due fortunati compagni votanti, non dopo. Com'è che il direttivo per loro non ha trovato tempo? Braccia allargate. Il lavoro, gli impegni… Cose che capitano e a chi tocca non s'ingrugna.
Non penserete mica che chi s'ispira al partito morale e moralista per eccellenza, quello "del Pomodoro", possa usare un occhio di riguardo per amici e collaboratori del capo?
Fin qui i nuovi iscritti. Ma la china è davvero senza fine ed è ormai tempo di passare agli esami di purezza razziale anche per i vecchi iscritti. Salvatore Bonadonna - ex senatore del Prc, ex assessore alla Regione Lazio, iscritto a Rifondazione da 14 anni - ha potuto votare, ma solo "sub iudice". Perché mai ha cambiato circolo, da Monteverde alla limitrofa Trastevere? Gatta ci cova.
Stesso discorso e stesso "sub iudice" per Wilma Casavecchia, dirigente nazionale Cgil, anche lei iscritta da 14 anni. Si è appena trasferita a Roma per incarichi che le sono stati conferiti alla direzionale nazionale della Cgil, ma sarà poi vero? Giudicheremo.
Quello di Trastevere non è affatto un caso isolato. Al Circolo Che Guevara di Taranto gli esclusi d'imperio dal voto sono stati 40. Tessere di dubbia provenienza, hanno sentenziato i burocrati di turno, includendo nel mazzo compagne che a Taranto hanno fatto politica sin dagli anni '70, sono redattrici del "manifesto" da un ventennio e alle ultime elezioni sono state candidate nelle liste della Sinistra Arcobaleno in Puglia. Come Iaia Vantaggiato.
Con qualche antico iscritto non è andata meglio. C'è chi si è visto rifiutare il voto con l'accusa di doppio tesseramento, la seconda tessera essendo quella della Lista Stefàno (che non era un partito) nelle ultime elezioni comunali. Il bello è che nello stesso Circolo votava (per la mozione 2) proprio il sindaco Stefàno. A lui il voto è stato graziosamente concesso. Ai suoi sostenitori invece no.
Di fronte a questo desolante spettacolo è inevitabile chiedersi com'è possibile che non ci sia nessuno che abbia conservato quel tanto di dignità da opporsi a simili metodi e quel tanto di lucidità politica per accorgersi di correre verso il disastro.