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"Non voglio restare impermeabile, voglio imparare, perchè, come diceva Pasolini, la partenza è il dolore del parto, ma anche la gioia della nascita. Siamo tutti chiamati a partire, del resto siamo un partito non un restato"

Nichi Vendola, Venezia 2005

http://www.nichivendola.it/

NASCE IN TERRA DI LAVORO "RIFONDAZIONE PER LA SINISTRA"


Giovedì 31 Luglio ore 11.30
presso la Federazione PRC di Caserta

CONFERENZA STAMPA

interverrà il Compagno Peppe De Cristoforo

martedì 20 maggio 2008

Rifondazione deve servire qui e ora, nella società. Impariamo da Gramsci...

«"E ora?", mi ha scritto per email una ragazza dopo la disfatta elettorale della sinistra. "E' ora", rispondo io. E' ora di uscire dai club di artisti a numero chiuso e andare in strada tra la gente. Ma è anche ora di uscire dai centri sociali e prendere per mano i giovani di destra: stanno a destra perchè nessuno gli ha teso la mano...». Tra le mani, l'artista Andrea Rivera ha un foglietto pieno di esempi su come uscire dai luoghi comuni e dalle abitudini sedentarie che hanno chiuso la sinistra in un recinto autoreferenziale. E non è solo questione di punteggiatura. Lo si capisce subito all'Alpheus, noto locale delle notti romane che per un pomeriggio ospita la presentazione del "Manifesto per la Rifondazione", la mozione Vendola per il congresso di luglio. Lo si capisce dalle presenze che provano ad articolare l'espressione "è ora": esponenti non di partito che si sentono partecipi della sconfitta, «compagni di viaggio», come li chiama il segretario della federazione romana del Prc Massimiliano Smeriglio.

All'Alpheus ci si interroga. Lo fa Rossana Praitano, presidente del Circolo Mario Mieli, che per Rifondazione ha due consigli: «Ripartire dal basso e pragmatismo. Il Prc non è apparso nè come partito della proposta, nè dell'opposizione, ha pagato per l'incapacità di essere concreto». Si interroga Giuliano Giuliani, padre di Carlo ucciso al G8 di Genova, che si guarda intorno: ammainate le bandiere della Sinistra Arcobaleno, in sala ci sono solo quelle di Rifondazione. «Io ho la tessera della Sinistra Arcobaleno - dice - che devo fare? La metto tra i cimeli? Da dove ricominciamo?». E' il senso del dibattito a rispondergli. «Ma siamo sicuri che dobbiamo ricostruire la sinistra?», dice "Tarzan", Andrea Alzetta, militante di Action neoeletto in Campidoglio nelle liste dell'Arcobaleno. «Forse dovremmo pensare a dare un senso alla parola politica "sinistra"». Perchè è scontato che sia inaccettabile per la sinistra la negazione del patrocinio al Gay Pride annunciata dal ministro Mara Carfagna, ma «forse facciamo male a parlare male della Carfagna», continua Tarzan e sembra che non lo faccia per pura pulsione maschile. «Non è che siamo tutti intellettuali... Anche una come lei dà l'idea che ce la si può fare...». Per dire: «basta con la spocchia, la presunzione, le certezze, l'autoreferenzialità dei contenuti e dei linguaggi». L'elenco snocciolato da Sandro Medici, presidente del Municipio X a Roma, sembra illustrare perfettamente la "tarzanata" sulla neo-ministra. Ma c'è dell'altro. Con la destra in Campidoglio, Medici ne ha di sassolini da togliersi dalle scarpe contro la passata amministrazione Veltroni: «Alemanno ha vinto per colpa delle logiche padronali affermatesi in città. La sinistra doveva dire no alla candidatura di Rutelli sindaco, anche a costo di correre da sola...».

Applausi e la gente in sala aspetta L'autointerrogarsi di "Nichi", che guarda poco al dibattito interno se non per dire «no alle contumelie, al bando l'idea militare della politica, al bando l'odio». Guarda molto fuori, il governatore della Puglia, alle «notti illuminate dai roghi della camorra nei campi rom di Ponticelli e dai roghi della "monnezza" a Napoli». Perchè, spiega, «Rifondazione non serve nè a Vendola, nè a Ferrero: o serve a Ponticelli qui e ora, oppure ce ne torniamo a casa...». E basta anche con le «processioni di sospetti. Sono 38 anni che faccio politica, 38 anni che mi accusano di voler sciogliere i partiti, dall'epoca del Pci, solo perchè criticavo il centralismo democratico...». Non l'ha fatto, perchè alla fine Vendola nel Pci aderì alla mozione Ingrao, e fu quella di Occhetto a "sciogliere" il partito. «"Vendola è un conservatore, suo malgrado", mi dissero...». Battute, d'altri tempi. Ma la declinazione attuale di "è ora" non può fare a meno del passato, nemmeno per Vendola che dice «no ai musei con i santini della sinistra, sì, però, alla memoria dello stile intellettuale di certi classici...». Un nome: «il più sconfitto del '900, Gramsci - cita Vendola - che pensava che da Germania e Inghilterra il processo rivoluzionario contro il capitale avrebbe investito tutta l'Europa». Non fu così. E lui come reagì? «Anche dal chiuso del carcere di Turi fu in grado di elaborare: i Quaderni...». Prendere esempio, «usare il dolore come lente di ingrandimento per capire». Alla domanda di Giuliani la risposta è articolata. «Quell'apostrofo davanti ad Arcobaleno nel simbolo della Sinistra... - svela Vendola - che fastidio: era l'ammissione del pasticcio, un cartello elettorale...». E la risposta non è a portata di mano nemmeno se si guarda al Pd. «Non c'è tempo per parole che si avvitano in gomitoli di furbizia», dice Vendola commentando l'incontro tra Veltroni e il leader di Sd Fava. E' già ora di "nuovo centrosinistra"? «E' l'auspicio di Fava - risponde - Il veltronismo è la costruzione del mito dell'autosufficienza. Se il Pd continuerà nei suoi piani di trasformare il bipolarismo in bipartitismo, questo sarà sempre per noi motivo di polemica». Al momento prevale il divario nei contenuti: «Inseguono la destra. Oggi con loro il conflitto è molto aspro».


20 Maggio 2008

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