Riteniamo nel nostro agire politico quotidiano indispensabile superare la storica scissione tra il processo di formazione delle idee e quello della decisione politica, fra dibattito culturale e scontro politico. Allo stesso tempo è necessario affrontare il tema dell’organizzazione del partito avendo il coraggio di attuare i punti più significativi della Conferenza di Organizzazione di Carrara. Il nostro linguaggio, il nostro modo di essere una comunità e lo stile delle nostre relazioni devono diventare una cosa sola con la prospettiva che indichiamo. Devono poter rappresentare un elemento di garanzia contro la degenerazione della politica e assumere la fisionomia della nostra idea alternativa di società. Qui diventa centrale la modalità concreta della nostra presenza nelle Istituzioni locali, perché sarebbe sbagliato immaginarci immuni da distorsioni e difetti. Essa va rinnovata sia nel suo rapporto con l’esterno che nel suo peso all’interno del partito. I nostri eletti devono rappresentare un solido punto di riferimento per la domanda di trasparenza e per il controllo democratico sull’azione di governo, mentre vanno eliminate tutte le sovrapposizioni tra organismi dirigenti e nostri rappresentanti nelle istituzioni . Il rapporto del Partito con le Istituzioni deve ripartire dalle considerazioni di Berlinguer : “ La questione morale è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni e la tenuta del regime democratico. L’autonomia del Partito è un bene comune da difendere e valorizzare e perciò sarà necessario intervenire, anche in sede statutaria, per evitare condizionamenti e confusioni di ruoli, per formalizzare una distanza da tutte le forme di costruzione del consenso che nulla hanno a che vedere con la normale dialettica democratica, costituendo così un argine e un’alternativa ai fenomeni di antipolitica. La democrazia interna al partito è dunque questione di sostanza, anche se per essere concreta deve tradursi in forme ben precise… Allo stesso tempo il nostro Partito deve necessariamente continuare la propria lotta quotidiana alla criminalità organizzata, dentro e fuori le istituzioni. Per tanti territori, ed in particolare per la provincia Casertana, non può esserci riscatto sociale senza l’annichilimento totale delle forze malavitose. Oggi la malavita organizzata si erge a protagonista della globalizzazione economica capitalista. Pertanto la lotta alla camorra non può avere pause o cadute di tensione e nella nostra azione istituzionale non possiamo che agire consapevoli che nessuno può considerarsi immune, sicuro di vivere in un’isola felice, in un luogo che non sia chiamato in causa. C’è un intero Meridione che oggi non vuole più chinare la testa, che non si rassegna alla monnezza camorrista e che si ribella alla continua compromissione delle classi dirigenti. Dinanzi al continuo rigenerarsi e rimodularsi degli organismi criminali bisogna sostenere quei segnali d’avanguardia che si stanno moltiplicando nella società civile di Terra di Lavoro sul terreno della lotta alla camorra consapevoli della necessità di intraprendere una lotta in tempo reale.
Benvenuti!
"Non voglio restare impermeabile, voglio imparare, perchè, come diceva Pasolini, la partenza è il dolore del parto, ma anche la gioia della nascita. Siamo tutti chiamati a partire, del resto siamo un partito non un restato"
Nichi Vendola, Venezia 2005
http://www.nichivendola.it/NASCE IN TERRA DI LAVORO "RIFONDAZIONE PER LA SINISTRA"
Giovedì 31 Luglio ore 11.30
presso la Federazione PRC di Caserta
CONFERENZA STAMPA
interverrà il Compagno Peppe De Cristoforo
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martedì 27 maggio 2008
Proposta di emendamento al documento "Il nostro Partito e le sfide della Sinistra"
Riteniamo nel nostro agire politico quotidiano indispensabile superare la storica scissione tra il processo di formazione delle idee e quello della decisione politica, fra dibattito culturale e scontro politico. Allo stesso tempo è necessario affrontare il tema dell’organizzazione del partito avendo il coraggio di attuare i punti più significativi della Conferenza di Organizzazione di Carrara. Il nostro linguaggio, il nostro modo di essere una comunità e lo stile delle nostre relazioni devono diventare una cosa sola con la prospettiva che indichiamo. Devono poter rappresentare un elemento di garanzia contro la degenerazione della politica e assumere la fisionomia della nostra idea alternativa di società. Qui diventa centrale la modalità concreta della nostra presenza nelle Istituzioni locali, perché sarebbe sbagliato immaginarci immuni da distorsioni e difetti. Essa va rinnovata sia nel suo rapporto con l’esterno che nel suo peso all’interno del partito. I nostri eletti devono rappresentare un solido punto di riferimento per la domanda di trasparenza e per il controllo democratico sull’azione di governo, mentre vanno eliminate tutte le sovrapposizioni tra organismi dirigenti e nostri rappresentanti nelle istituzioni . Il rapporto del Partito con le Istituzioni deve ripartire dalle considerazioni di Berlinguer : “ La questione morale è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni e la tenuta del regime democratico. L’autonomia del Partito è un bene comune da difendere e valorizzare e perciò sarà necessario intervenire, anche in sede statutaria, per evitare condizionamenti e confusioni di ruoli, per formalizzare una distanza da tutte le forme di costruzione del consenso che nulla hanno a che vedere con la normale dialettica democratica, costituendo così un argine e un’alternativa ai fenomeni di antipolitica. La democrazia interna al partito è dunque questione di sostanza, anche se per essere concreta deve tradursi in forme ben precise… Allo stesso tempo il nostro Partito deve necessariamente continuare la propria lotta quotidiana alla criminalità organizzata, dentro e fuori le istituzioni. Per tanti territori, ed in particolare per la provincia Casertana, non può esserci riscatto sociale senza l’annichilimento totale delle forze malavitose. Oggi la malavita organizzata si erge a protagonista della globalizzazione economica capitalista. Pertanto la lotta alla camorra non può avere pause o cadute di tensione e nella nostra azione istituzionale non possiamo che agire consapevoli che nessuno può considerarsi immune, sicuro di vivere in un’isola felice, in un luogo che non sia chiamato in causa. C’è un intero Meridione che oggi non vuole più chinare la testa, che non si rassegna alla monnezza camorrista e che si ribella alla continua compromissione delle classi dirigenti. Dinanzi al continuo rigenerarsi e rimodularsi degli organismi criminali bisogna sostenere quei segnali d’avanguardia che si stanno moltiplicando nella società civile di Terra di Lavoro sul terreno della lotta alla camorra consapevoli della necessità di intraprendere una lotta in tempo reale.
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